Urbignacco) nella provincia di Udine, ed il Museo della Zecca, dove ancora si conservano i progetti che hanno portato alla realizzazione di questo gioiello numismatico.
Il primo museo conserva ed espone una donazione della famiglia Giampaoli dove spiccano i ritratti dedicati alla moglie dell'incisore, Letizia Savonitto, ed ai suoi cinque figli. Vi sono esposti anche alcuni modelli in gesso del grande incisore che aiutano a comprendere il percorso che ha portato alla nascita della famosa moneta.
Il secondo, ubicato all'interno del palazzo del Ministero dell'Economia a Roma, in via XX Settembre, conserva, tra l'altro, una ampia serie di progetti tra cui alcuni relativi alla 500 lire.
Per giungere alla realizzazione della moneta, l'autore produsse diverse monete di studio per verificare l'efficacia delle immagini, la compatibilità di queste con la produzione e con la lega metallica prevista.
Si trattò di una vera e propria progettazione tecnico-artistica.
La moneta fu realizzata in qualche modo come può nascere un’altra opera d’arte, passando attraverso una fase sperimentale ed embrionale, senza l'utilizzo del computer. I progetti che portarono alla realizzazione, e che ora analizzeremo nel dettaglio, sono i documenti che ripercorrono le varie fasi del lavoro e le varie ipotesi messe in campo prima di giungere alla moneta definitiva.
Esaminando con attenzione i progetti conservati nel Museo della Zecca possiamo capire come man mano la moneta prese forma.
Giampaoli ricoprì con grande impegno il lavoro affidatogli e realizzò un gran numero di progetti, tutti a lui ascrivibili, anche nei casi in cui non è presente la sua firma, poichè è riconoscibile il suo inconfondibile stile.
In questo studio è stato di grande aiuto il lavoro di Giovanni Attardi [2].
Questa grande quantità di materiale per essere letta correttamente deve essere ordinata, per quanto possibile, in ordine cronologico.
Varie specifiche ci aiuteranno a tale scopo:
- il valore assegnato ai progetti che varia in "1 FIORINO", "2 FIORINI", "LIRE 500" e "LIRE 10000"
- il diametro, che risulta variabile in cinque differenti misure 24.5, 26.5, 26.7, 29 e 79 mm.
- i metalli utilizzati, che sono l’argento, il bronzo dorato ed il metallo bianco argentato
- la data, che risulta essere quasi sempre presente è il 1957.
Gli incroci dei coni dei dritti e dei rovesci ci confermano che il progetto è partito con certezza nel 1957 e che al momento del conferimento del lavoro ancora non era chiaro quale dovesse essere il nominale della nuova moneta.
Lo confermano i progetti dei “Fiorini” e sopratutto quello da "Lire 10000", a mio parere, non a caso realizzato in bronzo dorato. Ad inizio progetto si pensava genericamente ad una moneta o più monete in metallo prezioso; probabilmente una moneta in oro da 10000 lire, una in argento da 500 lire, o entrambi i tipi.
Il vero motivo di mettere in cantiere una nuova moneta non era legato ad una necessità della circolazione monetaria italiana bensì alla propaganda. Esistevano storicamente tagli di banconote della Banca d’Italia che circolavano con efficacia e soddisfazione nel paese.
Del resto, la moneta, sin dalla nascita, ha svolto oltre alla funzione di strumento nelle transazioni economiche anche quella di veicolare una serie di messaggi che l’autorità emittente desidera trasmettere. Le monete, oggetti durevoli, passando di mano in mano e raggiungendo anche paesi lontani, portano i loro “messaggi”.
Nel passato non recente, senza giornali né altri mass media, erano proprio le monete, osservate con attenzione da molte persone, il vettore ideale per la diffusione di messaggi politici.
Quindi in questa logica, una nuova moneta coniata in metallo prezioso, per il ministro Medici, avrebbe dato all’Italia una nuova immagine, quella di un paese ormai ripresosi dopo la terribile guerra mondiale, con ritrovata stabilità monetaria e grande sviluppo economico. L’idea di realizzare una moneta in oro, non trovò il necessario consenso politico e si proseguì quindi nel progetto di una moneta d’argento.
Giampaoli iniziò il suo percorso per la nuova moneta partendo dallo stile consueto delle monete già in corso per giungere ad una moneta completamente diversa, che definirei nuova, seppure nella sua classicità.
L'incisore per il dritto, che doveva raffigurare l’Italia, era partito da differenti teste femminili per arrivare infine ad un busto. Nello sviluppo si possono distinguere cinque diversi tipi: