Una moneta turcomanna a nome di Nasir Ad Din Mahmud (1223)
I tipi in bronzo, recano generalmente delle raffigurazioni su una delle due facce e sull’altra delle epigrafi, con i lunghi nomi ed i titoli degli emiri [1]. Infatti, a seguito di importanti meriti militari, conseguiti alle dipendenze del sultano Alp Arslan, e approfittando di un periodo di incertezze, attraversato dal sultanato selgiuchide, Amir Artuq e i suoi discendenti si resero autonomamente, con arroganza ed orgoglio, emiri e governanti dei territori che controllavano.
Inutile, il tentativo del sultano Malik Shah, di riprenderne il controllo. Assieme a quello di governare, si arrogarono anche il diritto di battere moneta, di norma diritto del sultano [2]. In aggiunta, le emissioni, non rispettavano i canoni della monetazione araba, che prevedeva l'esclusivo impiego di legende in funzione decorativa, al posto delle immagini.
Per più di mezzo secolo le popolazioni musulmane presero a modello monete bizantine e sasanidi per le loro coniazioni, ma sotto il regno di Abd al-Malik ibn Marwan vi fu una svolta e vennero emesse le prime monete tipicamente arabe.
I nominali coniati erano il dirhem d’argento (nome derivante dalle dracme greche) e il dinar d’oro (da denarius aureus).
I primi tipi di queste monete, senza riferimenti ai tipi bizantini e sasanidi sono del 695 d.C. ed avevano al dritto la figura del califfo stante e tutto attorno una legenda in caratteri cufici [3].
Pochi anni dopo la sua riforma, inforno al 700, Abd al-Malik ordinò che tutte le monete fossero solo epigrafiche e prive perciò di immagini, e che riportassero esclusivamente il solo tawhīd (attestazione di fede in Dio e nella missione profetica di Maometto), il nome del califfo, l'anno dell'Egira in cui la moneta era stata coniata ed a volte anche il nome della città in cui la moneta era stata battuta [4].
La monetazione turcomanna si differenzia completamente da tutte le emissioni arabe e islamiche proprio per la presenza di questa eccezionale varietà di immagini.
Nel 1876 lo studioso Lane Poole notò che la calligrafia usata sulle monete turcomanne con figure era di due differenti stili, cufico e naskhi (uno stile calligrafico di scrittura per l’alfabeto arabo), con una forma di transizione che faceva da ponte alle due [5].
Come ben sappiamo, il termine “ecumenico”, dalla parola greca οἰκουμενικός, sta ad indicare un concetto “universale”, riferito soprattutto alla religione.
Perché la monetazione dei turcomanni può definirsi “ecumenica”?
Vediamo di capire insieme quale significato possiamo attribuire a tale aggettivo riferito a queste monete.
Il valore delle immagini
I governanti turcomanni erano a capo di un popolo in cerca di assestamento territoriale, ed era in uno stato precario di costante guerra e di instabilità.
Una volta consolidate le loro dinastie in nuovi e talvolta ostili territori, questi sovrani, consapevoli della necessità di costruire almeno una facciata di legittimità per governare le popolazioni indigene, affidarono buona parte di questo compito alle monete.
Nel mondo antico le monete erano un eccellente mezzo di propaganda, erano in un certo senso una sorta di quotidiano dei giorni nostri.
L’uso della propaganda divenne addirittura anche molto più sofisticato per i turcomanni; lo scopo principale era, come detto, quello di dare una legittimità alla dinastia, attraverso l'uso delle più svariate immagini con diversi riferimenti sia politico-culturali sia religiosi in un insieme fantasioso e fantastico al contempo.
L’universalità della cultura e dell’arte. L'astrologia e le monete
I principi turcomanni rispettavano la cultura occidentale, e allo stesso modo ne apprezzavano ed ammiravano l'arte. Sappiamo che gli imperatori bizantini frequentemente inviavano opere, tra cui mosaici, ai governanti islamici.
Il fatto che il giudaismo, il cristianesimo e l’islam, avessero un comune antenato, Abramo, ha permesso ai Turcomanni interpretazioni liberali, come l’accettazione di certi principi e di alcuni aspetti iconografici delle tre religioni.
Gli artisti impiegati per la realizzazione dei conii si servirono anche di immagini e motivi cristiani, interpretandoli e adattandoli alla loro cultura, dando loro un valore universale.
La Vergine ed i Santi sono spesso raffigurati con turbanti; le caratteristiche facciali sono spesso orientali, le vesti dei Santi e della Sacra famiglia sono spesso raffigurati secondo il manierismo mussulmano.
Attraverso il confronto tra le immagini delle monete turcomanne con i loro prototipi è possibile evincere che coloro che crearono queste immagini erano intellettualmente e artisticamente avanzati e che possedevano un’attenta coscienza storica.
Già i numismatici del XIX secolo riconobbero che alcuni tipi sono chiaramente modellati su antiche monete che vennero usate come prototipo, tanto da far ritenere che le monete antiche fossero collezionate ed usate come fonte di immagini [6].
Alcuni dei tipi dei conii turcomanni combinano elementi tratti da monete antiche con l’aggiunta di iconografia contemporanea. Altri ancora, rendono scene coeve in maniera classicheggiante, che fa sì che sia lo spettatore a collegare mentalmente l'immagine di un prototipo ai noti classici numismatici.
Tutte queste diverse e apparentemente scollegate immagini, trovano un senso all'interno di una sfera astrologica. In effetti, molte delle raffigurazioni "classiche" possono essere considerate, rappresentazioni o personificazioni astrologiche. Dopotutto, quella turcomanna era una cultura profondamente impregnata di astrologia, legata alle più antiche origini.
La comprensione della tipologia è quindi resa complessa anche dai riferimenti alle credenze religiose e dai culti del loro popolo e di quelli delle altre popolazioni presenti nei territori da loro conquistati.
I tipi monetali
Le prime regolari emissioni turcomanne si servirono di modelli bizantini, dato che fino a quel momento le popolazioni locali ne avevano viste poche altre, ma soprattutto per assicurarsi che le monete venissero accettate. Questa transizione anche se non del tutto coerente nella sua progressione, sembra riflettere una crescente fiducia, la consapevolezza di sé e il senso di identità tra le successive generazioni di capi turchi.
Seguono alcuni esempi di monete turcomanne confrontate con i tipi da cui hanno tratto ispirazione.
I tipi di imitazione bizantina